Lettera dal Cuore di un Paese alle Sue Genti

Cari concittadini, mi presento: mi chiamo Italia, una nazione che si staglia nel cuore del Mediterraneo, riconosciuta e celebrata per la sua incommensurabile bellezza.

Per secoli, sono stata faro di storia, culla di civiltà, avanguardia di moda, design, lusso, gastronomia e, insomma, della dolce vita. Ma nel corso degli anni, ho perso il conto delle meraviglie che ho offerto e, forse, ho anche dimenticato alcune delle ragioni del mio orgoglio.

Vorrei confidarvi un pensiero, da nazione a cittadini, con la sincerità che si deve a se stessi: non siete forse esausti? Non vi sentite sovraccarichi?

Pensate alle innumerevoli promesse svanite nel nulla, alle parole al vento che avete colto fin dalla nascita, alle delusioni e alle amarezze che vi hanno segnato.

Sì, sono un paese antico, ricco di storia, e mi sembra di aver già dimostrato il mio valore. Non vi ho forse regalato mari incantevoli, paesaggi mozzafiato tra scogliere, valli e montagne che sono l'invidia del mondo? Le mie Alpi non sono forse un gioiello globale?

Vi ho donato terreni fertili, vini pregiati, prodotti agricoli che avete esportato ovunque, creando un mosaico di paesaggi che pochi possono eguagliare.

Eppure, mi chiedo, non ne avete abbastanza?

Non solo ho custodito monumenti e accolto geni artistici e intellettuali che hanno segnato l'umanità, ma sento che, nonostante tutto, il legame tra noi si sta affievolendo.

Come siamo arrivati a questo punto?

Da una storia gloriosa siamo precipitati in un presente incerto, dalle grandezze dell'Impero Romano e dei Rinascimenti a una politica che sembra dimenticare il suo popolo.

Vi trovate in balia di una classe dirigente che decide per voi, senza chiedere, senza ascoltare. Vi hanno relegato a spettatori della vostra stessa vita, con leggi che sembrano scritte solo per mantenere i loro privilegi.

Pensate alle vostre pensioni, frutto di una vita di sacrifici, messe a confronto con le loro indecenti pensioni d'oro. Creano normative che li favoriscono mentre vi lasciano a lottare per i diritti più basilari.

In questo caos, se cercate una vita dignitosa, vi trovate a dover giustificare ogni piccolo passo, ogni minimo desiderio, in un sistema che sembra voler solo sfruttarvi.

Mi dispiace usare parole così dirette, ma io sono la vostra nazione. Merito rispetto, ma soprattutto, voi meritate di rispettarvi di più. Non temete questi personaggi, non permettete loro di intimidirvi.

Ricordate: io mi chiamo Italia, e voi siete italiani, con la "I" maiuscola. Questa terra è stata difesa e amata dai vostri antenati, spesso a costo della vita. Io appartengo a voi, non a chi cerca di degradarmi e di sfruttarmi.

Vi supplico, dal profondo del mio essere: aiutatemi a risplendere ancora. Non permettete che questa terra, culla di civiltà e bellezza, diventi preda di chi non la valorizza.

Italiani, è tempo di rialzarsi, di riprendere in mano il destino del nostro Paese. Aiutatemi a essere di nuovo un faro di cultura, bellezza e dignità.

Con affetto e speranza,

Italia.

Bisognerebbe carcerarli
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